I prodotti tipici made in Italy
L’Italia è una fucina di prodotti tipici. Ma sono migliaia i piccoli produttori alimentari che non riescono a raggiungere i mercati esteri.
Il settore alimentare in Italia è costellato da migliaia di PMI e imprese famigliari che con impegno e costanza tengono alto il nome dell’Italia con produzioni alimentari di alta gastronomia. Queste realtà iniziano con una idea e la sua applicazione pratica, e soprattutto tanta costanza, impegno e amore per i sapori del proprio territorio, profuso da persone che ci hanno creduto e che seguono tradizioni antiche, prodigandosi con fatica, e vengono messi alla prova ogni giorno.
A tanta capacità nella ricerca dell’eccellenza, tuttavia, spesso non si accompagna, per diverse ragioni, una competenza altrettanto efficace sul fronte della distribuzione e delle vendite, e non di rado tali aziende si limitano a coprire commercialmente un’area circoscritta che difficilmente supera il territorio regionale.
Intanto nel mondo cresce sempre più la richiesta di prodotti alimentari tipici italiani, una domanda che i piccoli produttori locali non sono in grado di soddisfare, in parte per le lacune distributive e per limiti organizzativi, e in parte, per chi vuole provare davvero a vendere i propri prodotti oltre confine, a causa della necessità di investimenti (di capitali ma anche di risorse umane) che non sono alla portata di tutti. E, soprattutto, dei quali non si possono stimare i risultati reali, rischiando un buco nell’acqua.
E nel frattempo i prodotti originali Made in Italy vengono a volte sostituiti nelle catene commerciali internazionali da altri prodotti che di italiano hanno solo il nome e i colori della confezione, e che risultano solitamente più economici dell’originale per risparmi di scala e politiche commerciali.
La difficoltà che le piccole aziende incontrano nell’affrontare da sole i mercati esteri potrebbe essere superata, o almeno risultare meno drammatica, scegliendo di fronteggiare il problema insieme ad altre imprese, cercando una soluzione comune. Un aiuto esterno che assista gli imprenditori con i numerosi problemi di organizzazione, logistica e strategie di vendita per una distribuzione internazionale.
La distribuzione
I prodotti tipici della gastronomia italiana distribuiti direttamente nel centro dell’Europa.
Dall’analisi di un problema comune, nasce un progetto che da Bratislava, in Slovacchia, vuole aiutare il raggiungimento dei mercati dell’Europa Centrale con il minimo impegno finanziario e umano da parte delle imprese alimentari italiane. Queste infatti continueranno ad occuparsi della parte produttiva, che sanno fare bene, mentre la fase di internazionalizzazione sui mercati esteri viene demandata a uno strumento nuovo, un “consorzio”. Una entità giuridica che si prefigge di fungere da intermediario ‘democratico’ tra i produttori, i distributori e consumatori.
Il consorzio intende essere di supporto al produttore, non solo nella ricerca dei distributori locali sui mercati di riferimento, fornendo strutture e mezzi, ma anche facendo leva sulle sinergie di tutti i soggetti coinvolti nel consorzio al fine di ottimizzare la filiera e mantenere il più equo possibile il prezzo per il consumatore finale.
Il consorzio
L’Europa Centrale come mercato di riferimento
Il consorzio Mamma Rosa SCE si prefigge di operare, partendo dalla città di Bratislava, centro logistico ideale in quest’area del continente, per espandersi su un bacino di Paesi che raccoglie oltre 34 milioni abitanti. In base ad alcune stime preliminari, l’obiettivo potrebbe essere raggiunto in un periodo temporale relativamente breve.
I mercati che saranno oggetto dell’azione commerciale di Mamma Rosa SCE sono:
- Slovacchia
- Repubblica Ceca
- Austria
- Ungheria
Le tipologie di distribuzione che si vogliono affrontare sono quelli dei settori:
- Horeca
- Piccola e media distribuzione
- Consumatore finale
- Web / E-shop